Il Natale è un tempo ricco di sentimenti che riempiono i cuori. Ogni anno ci si allena all’attesa di una nascita che ha cambiato il mondo, Cristo nasce per ciascuno e dona nuova speranza alle nostre vite, spesso appesantite dalle preoccupazioni e dalle vicende quotidiane. Il Natale è un tempo che ci invita a stare insieme, ci invita all’incontro. Negli ultimi anni ci siamo disabituati a stare insieme, ad abbracciarci ed anche il Natale ha assunto una veste diversa. Certamente lo stare insieme durante le festività natalizie non è solo tradizione, ha un significato profondo di condivisione e di fratellanza. Sedersi allo stesso tavolo non è solo condividere un pasto, è vivere insieme quella speranza che nasce nei nostri cuori, è voler donare del tempo a chi spesso si trascura, è dire “io ci sono” nonostante le difficoltà. Questo non significa che è semplice, anzi. In ogni famiglia solo organizzare una giornata tra figli, nipoti e nonni è una vera impresa da eroi! Pensare alle esigenze di tutti e ciascuno, adattare tempi e spazi richiede sacrificio e impegno, ormai pochi hanno spirito di adattamento.
A volte si esce da queste giornate distrutti, perché stare insieme è faticoso, in quanto stanca fisicamente e psicologicamente. Ma cosa saremo da soli?! Penso nulla o poco più. Ciascuno per essere tale ha bisogno degli altri, per questo bisogna abituarsi ed allenarsi alla condivisione. Dovrebbe essere ogni giorno Natale, potremmo imparare a stare insieme e ad apprezzare anche e soprattutto i lati positivi. La gioia, i sorrisi, le chiacchiere, le condivisioni, le mani che si stringono e si sostengono.
Dio si è fatto uomo per farsi come noi, per stare tra gli uomini. Non ha vissuto da eremita, ma ha scelto i suoi compagni di viaggio, si è seduto a tavola di molte persone, ha partecipato a banchetti e noi non possiamo che guardare a Lui per imparare a stare insieme agli altri. Auguro a tutti di vivere questo Natale in compagnia delle persone amate, con gioia e serenità, soprattutto nel rispetto di coloro che questa possibilità non ce l’hanno.