Durante la festa “Costruttori di Pace” svoltasi sabato 20 gennaio, presso l’istituto superiore Ernesto Cesaro – Vesevus, ha partecipato il Dott. Pasquale Raia, medico veterinario in servizio presso ASLNA1 e consigliere nazionale di Legambiente, intervistato per l’occasione.

Cosa si potrebbe fare per rendere il nostro ambiente migliore?

Stiamo facendo un’iniziativa chiamata “E’ ORA”, perché non bisogna più aspettare. Ci siamo resi conto che il tempo per l’ambiente è scaduto, perciò l’iniziativa principale è data dalla piantumazione di alberi. Verranno piantati un miliardo di alberi per ridurre la CO2 che altera il clima. Si sta facendo pressione sulle forze politiche mondiali affinché i gas alteranti si abbassino completamente, intraprendendo un percorso green per impattare meno sull’ambiente. Un’altra azione è ‘installazione di pannelli solari sui tetti e anche sulle serre agricole, cosiddette “Agrisolare”. 

Che cosa è il CRASS e cosa bisogna fare se vengono investiti animali selvatici?

I Centri di Recupero di Animali Selvatici servono a curare gli animali utilizzando strumenti come la TAC, la risonanza magnetica e la radiografia, che permettono di diagnosticarne le diverse patologie. Questi centri servono non solo per curarli, ma anche per reinserirli in natura e studiare quali malattie sono trasmissibili tra di loro e all’uomo oltre che monitorarne gli spostamenti geografici grazie all’ausilio di GPS.

Perché ha deciso di entrare a far parte del consiglio nazionale di Legambiente?

Negli anni ’80 l’economia illegale aveva acquisito grandi lotti di terreni nel vesuviano. L’obiettivo era la nascita di nuove discariche abusive. Nell’attuale “Parco Nazionale del Vesuvio” sono state individuate ben 5 discariche clandestine. Non esisteva ancora Legambiente perché nacque qualche anno dopo, ma avevamo fatto un centro di coordinamento vesuviano sull’ambiente. Questo movimento nasceva per chiedere fortemente l’istituzione di un parco nazionale, perché si era capito che per estromettere dal territorio vesuviano le economie illegali ci voleva un vincolo nazionale, per non dire europeo, che li mettesse fuori gioco. Occorreva la protezione di una legge nazionale che ci tutelasse, perché in quel periodo le persone impegnate nella tutela del territorio e dell’ambiente erano un bersaglio facile delle bande camorristiche che gestivano le economie illegali. Alla fine degli anni ‘80, aderimmo alla neonata Legambiente nazionale e fummo riconosciuti come rappresenti ufficiali sul nostro territorio. Legambiente volle che qualcuno del territorio vesuviano facesse parte della direzione nazionale dell’associazione.

Com’è nata la passione di dedicarsi all’ambiente?

E’ nata perché questo territorio era fortemente aggredito dalle economie illegali e perché i contadini e le persone che hanno vissuto in queste aree e che hanno perso la loro vita, ci hanno lasciato un testamento importante: salvaguardare questi territori dallo sfruttamento illegale per lasciarli integri alle generazione future, insegnando loro il valore per l’ambiente e il rispetto per la natura, iniziando dai piccoli gesti quotidiani.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.